Igiene: qualità e sicurezza dei prodotti alimentari
 
 
 

A cura del Dott. Gianluigi Marchionni

Igiene: qualità e sicurezza dei prodotti alimentari


La legislazione in materia di alimenti ha avuto da sempre il fine di rispondere alle esigenze e prescrizioni dell’igiene. Quest’ultimo è quel ramo della medicina che mira alla salvaguardia dello stato di salute e al miglioramento delle condizioni fisiche e psichiche, mediante lo studio della frequenza e modalità di diffusione delle malattie e il suggerimento delle misure di protezione sanitaria. La disciplina generale attualmente vigente, come si è efficacemente osservato, non sembra porre, quale oggetto di tutela, la salute dei consumatori, quanto l’igiene e la genuinità degli alimenti: è sufficiente riflettere sul ruolo giocato dall’aspettativa di pulizia, ogni qualvolta si entri in un ristorante nel quale si dovrà pranzare, o anche solo in un bar, per consumare una bevanda. L’eventuale sporcizia dei tavoli, del pavimento o delle suppellettili crea una sensazione di disagio, suscita inevitabili perplessità sulla pulizia dei locali nei quali si preparano i cibi o delle stoviglie che conterranno, provoca un istintivo senso di repulsione, dovuto al mancato rispetto di quelle regole minime di igiene che entrano immediatamente in gioco quando si tratta di sostanze alimentari. In questo senso, ogni contatto con prodotti che attengono all’alimentazione ( compresi i contenitori, le suppellettili, gli imballaggi ecc., oltre, naturalmente, ai cibi e le bevande) presuppone il rispetto del bisogno del consumatore di vedere soddisfatta la propria aspettativa di igiene e di pulizia. La vigilanza igienica riguarda, dunque, tutte le prescrizioni volte a evitare la contaminazione delle sostanze che servono all’alimentazione e si estende a tutti gli strumenti e locali utilizzati per la loro produzione, conservazione e commercio, oltre che nei confronti del personale addetto a tali operazioni e al confezionamento dei prodotti. In particolare, risulta vietato impiegare nella preparazione, nella vendita o nella distribuzione di cibo e bevande sostanze alimentari che si trovino in una delle condizioni di seguito elencate:

· Sostanze private, anche solo in parte, dei propri elementi nutritivi o mescolate a sostanze di qualità inferiore o, comunque, trattate in modo da variarne la composizione naturale, da intendere sia con riguardo allo stato di natura del prodotto, che in relazione alle specifiche disposizioni che fissano le sue proprie caratteristiche merceologiche. Si possono, ad esempio, segnalare i casi di: produzione di formaggi con contenuto di grasso inferiore al dovuto, vendita di carni suine mescolate a carni bovine. In ogni caso, sono escluse dall’ambito di applicazione manipolazioni e trattamenti che siano espressamente consentiti da specifiche previsioni normative. Per quanto riguarda il deliberato mutamento della composizione naturale dei prodotti geneticamente modificati, occorre ritenere insussistente il reato, nel caso in cui la normativa comunitaria ne autorizzi l’immissione al consumo.
· Sostanze in cattivo stato di conservazione, per mancata osservanza di quelle cautele prescritte da norme tecniche o da regole di comune esperienza produttiva o commerciale atte a garantire la buona conservazione degli alimenti fino alla data di scadenza riportata sulla confezione che raggiunge il consumatore finale. Queste cautele riguardano ad esempio: i sistemi di imballaggio; i depositi di custodia; le condizioni ambientali e microclimatiche di trasporto; la temperatura; la difesa da agenti inquinanti o insudicianti (vedasi scatolame bombato o arrugginito; involucri intaccati, unti, bucati, bagnati; bottiglie di olio in vetrina esposte alla continua azione dei raggi solari con il pericolo di precoce irrancidimento; latte pastorizzato esposto al pericolo di inacidimento per inosservanza della temperatura di mantenimento). Ulteriore casistica riguarda il congelamento di prodotti acquistati freschi, conservati mediante attrezzature tecniche inidonee e successivamente scongelati, in quanto le operazioni non siano tali da garantire la genuinità, esponendo gli alimenti ad alterazione. Invece, per quanto riguarda la vendita di alimenti oltre il termine di conservazione, la giurisprudenza sembra escludere la configurabilità del reato in mancanza di una concreta prova dello stato di alterazione del prodotto, riconoscendo che la scadenza non ha nulla a che vedere con le modalità di conservazione.
· Sostanze con cariche microbiche superiori ai limiti da stabilire con il regolamento di esecuzione o con ordinanze ministeriali: come avviene per la presenza della listeria negli alimenti sfusi o preconfezionati destinati per la loro natura ad essere consumati previa cottura; mentre la giurisprudenza è orientata a riconoscere la nocività per la salute di salmonella, data la natura di germe patogeno, a prescindere dai limiti tollerati di carica microbica.
· Sostanze insudiciate, invase da parassiti, in stato di alterazione o nocive in relazione alla presenza sull’alimento di corpi estranei effettivamente idonei a compromettere la qualità e l’igienicità. La pericolosità, quindi, non è data dalla ipotetica e astratta possibilità di nocumento, ma dalla attitudine concreta e già immanente dell’alimento di provocare un danno alla salute, se consumato nelle condizioni in cui si trova in quel momento. Si possono, in proposito, segnalare i casi di vendita di pesce infestato da larve di anisakis, ovvero contaminato da mercurio oltre i valori di tolleranza fissati da decreti ministeriali.
· Sostanze con l’aggiunta di additivi chimici, di qualsiasi natura, non autorizzati, ovvero nel caso di additivi autorizzati senza l’osservanza delle prescrizioni che ne regolano l’impiego, al fine di evitare l’accumulo nell’organismo umano di sostanze estranee alla naturale composizione dell’alimento. Un criterio precauzionale presiede, infatti, all’approvazione degli additivi, richiedendo che sia dimostrata: l’esistenza di una sufficiente necessità tecnologica; l’esclusione di un pericolo per la salute del consumatore nelle dosi proposte e la non ingannevolezza, nel senso che non vengano utilizzati per nascondere gli effetti dell’impiego di materie prime difettose, ovvero di prassi o tecniche indesiderate ivi comprese quelle antigieniche durante lo svolgimento del processo di produzione.
· Sostanze che contengono residui di prodotti usati in agricoltura per la protezione delle piante e a difesa delle sostanze alimentari immagazzinate oltre i limiti massimi imposti dalla normativa comunitaria. Sotto questo aspetto, i prodotti agricoli non possono essere raccolti se non dopo la scadenza del previsto termine temporale successivo all’ultimo trattamento, al fine di evitare i pericoli di commercializzazione nella fase in cui i residui tossici possano essere ancora presenti.

L’organo preposto a verificare e contrastare tutte le operazioni illecite oltre ai Tecnici della Prevenzione (cioè gli ex Ispettori d’Igiene) delle Aziende Sanitarie Locali sono gli appartenenti al N.A.S. Carabinieri presenti su tutto il territorio nazionale. I NAS, Nuclei Carabinieri Antisofisticazioni e Sanità, di cui ho avuto la grande soddisfazione di appartenere per gran parte della mia carriera (30 anni dei 37 maturati), sono stati istituiti nel 1962 per difendere la nostra salute combattendo le sofisticazioni e le frodi alimentari, nonché scoprendo illeciti sia nel settore sanitario che farmaceutico. È un reparto ad alta vocazione specialistica, molto noto e amato dai cittadini per la loro incessante attività in difesa della sicurezza degli alimenti che consumiamo, del corretto esercizio delle strutture sanitarie e della regolare produzione e commercializzazione di specialità farmaceutiche e dispositivi medici utilizzati per le nostre cure.
Agiscono alle dipendenze funzionali ed in collaborazione con il Ministero della Salute, svolgendo azioni investigative e servizi di controllo su tutto il territorio nazionale. Inoltre, sviluppano anche molteplici e importanti iniziative in ambito internazionale, in collaborazione con le istituzioni di numerosi Paesi.
Quando è nato, l’ente contava un Ufficiale Superiore e 40 Sottufficiali dislocati a Milano, Padova, Bologna, Roma, Napoli e Palermo. Nel tempo, i NAS sono cresciuti in numero ed hanno acquisito nuovi compiti e prerogative prendendo, da ultimo, la denominazione di Comando Carabinieri per la Tutela della Salute. La loro costituzione fu esplicito volere del Ministro della Sanità per tutelare i cittadini dalle frodi alimentari che aumentavano di pari passo con lo sviluppo industriale. Quindi, presero avvio le iniziali attività di prevenzione e contrasto a tutti quegli illeciti che minacciavano la salute pubblica, che man mano venivano incrementate grazie a rafforzati poteri ispettivi che gli venivano attribuiti per rendere i controlli più efficaci in materia di sicurezza alimentare e sanità pubblica e privata. Un significativo ampliamento dei poteri giunse con il D.M. 3.11.2011, quando al personale appartenente ai NAS veniva attribuita la figura di Tecnico della Prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro.
Attualmente, i NAS intervengono sia d’iniziativa, sia su deleghe dell’Autorità Giudiziaria, a richiesta del Ministero della Salute, dell’Agenzia del Farmaco, delle Associazioni di categoria, come pure attraverso denunce e segnalazioni dei cittadini dirette tramite i Comandi dell’Arma territoriale. Essi eseguono ispezioni verifiche e controlli amministrativi, nell’ambito dell’esercizio dei poteri di alta vigilanza conferiti proprio dal Ministero della Salute, quale Autorità nazionale per la tutela della salute pubblica. Infatti, i NAS, dal punto di vista giuridico, svolgono istituzionalmente attività di prevenzione e contrasto agli illeciti che minacciano la salute pubblica. In particolare, le aree di competenza della specialità riguardano i seguenti settori:

·alimentare: salubrità dei prodotti di origine animale, vegetale e delle bevande;
· veterinario: animali da reddito e da affezione;
· sanitario: sanità pubblica e privata, professioni e arti sanitarie, antidoping, sicurezza nei luoghi di lavoro;
· farmaceutico: farmacie e filiera produttiva e distributiva dei farmaci;
· dei prodotti: prodotti pericolosi, Codice del Consumo e sostanze chimiche. Va inoltre ricordato che il personale appartenente ai NAS opera supportato da una duplice qualifica: quella di Ufficiale o Agente di Polizia Giudiziaria e quella di Ispettore sanitario, ponendosi come unica forza di polizia abilitata a eseguire campionamenti di prodotti alimentari e sequestri cautelativi sanitari. La cosa da tenere ben presente è quella che il cibo deve essere considerato un mezzo di sostentamento e non causa di malattie di origine alimentare. Purtroppo, non è sempre così a causa dei grandi interessi economici che gravitano intorno ai vari settori d’interesse. Infatti, da un punto di vista economico, è stato stimato che l’agroalimentare solo negli ultimi anni ha fatturato circa 150 miliardi di euro producendo un impatto positivo d’immagine sui mercati esteri dove il cibo made in Italy è sinonimo di qualità. In Italia si contano circa 800 specialità alimentari Dop, Doc e Igt e circa 5000 specialità tradizionali regionali. Da questo naturalmente, il conseguente giro d’affari risulta essere un richiamo d’interesse per la criminalità organizzata che fa di tutto per inserirsi ed investire nella filiera agroalimentare. È stato stimato che la produzione del falso cibo made in Italy fattura circa 54 miliardi di euro; da questo ne deriva che la mancata tutela del marchio determina un danno non solo economico, ma anche occupazionale e di immagine. Per contrastare tale fenomeno, i NAS hanno effettuato diverse indagini dalle quali sono emerse diverse situazioni irregolari come il sequestro di prosciutti di provenienza estera riconfezionati apponendovi marchi contraffatti spacciandoli per Dop; caciotte prodotte nei paesi dell’Est Europa, vendute come sorrentine. Perfino il pesce può essere spacciato per fresco grazie all’utilizzo di un prodotto chimico che è difficile da identificare in laboratorio, il cafodos. Questo prodotto veniva mescolato ai prodotti ittici in fase di scongelamento allo scopo di conferire all’alimento una freschezza apparente tanto che esternamente sembrava anche di primissima scelta, mentre internamente proseguiva il processo di deterioramento. Dobbiamo ricordare che i NAS svolgono anche in autonomia attività di prevenzione e di indagine nei settori di competenza, ma seguono, altresì, una programmazione mensile per intensificare, in determinati periodi dell’anno, i controlli alle diverse filiere commerciali, dalla produzione alla distribuzione, soprattutto nel settore alimentare. Parlando del comparto sanitario, invece, dobbiamo dire che lo stesso presenta aspetti obiettivamente più complessi e delicati che richiedono un’attenzione particolare. Vedasi alcune situazioni di gravità scoperte come quella di malati disabili con problemi neuro-psichiatrici e motori maltrattati dal personale socio-sanitario a cui erano stati affidati. L’azione di contrasto dei Carabinieri del NAS in questo settore è particolarmente incisiva perché mira a difendere la parte più debole e vulnerabile della popolazione, per questo è stata messa in atto un task-force, istituita dal Ministero della Salute, con il compito di intervenire nei casi di abusi su anziani e disabili ospiti delle strutture socio-sanitarie, nonché nei casi di malasanità. Anche i farmaci vengono sottoposti ad analoga attenzione. Infatti, ultimamente è stata smantellata una associazione per delinquere con base logistica in Italia e ramificazioni in diverse nazioni europee, finalizzata al traffico internazionale di medicinali ospedalieri di elevato costo, utilizzando un meccanismo complesso di false fatturazioni per operazioni inesistenti. L’obiettivo consisteva nel reimmettere in commercio farmaci provenienti da furti o rapine nel mercato europeo, attraverso soggetti compiacenti operanti in strutture ufficialmente legali. Dobbiamo aggiungere che, ultimamente, il Comando Carabinieri per la Tutela della Salute ha assunto un ruolo attivo a livello internazionale, come nel caso del progetto finanziato dall’Unione Europea, di cui è stato coordinatore, rivolto alla lotta al crimine alimentare e al potenziamento della collaborazione delle Forze di Polizia, con Irlanda, Olanda e Portogallo, strutture universitarie e partner finanziari. L’impegno internazionale è rivolto a individuare e colpire le organizzazioni criminali coinvolte nella produzione e distribuzione di beni oggetto di contraffazione, adulterazione, pericolosi per la salute e di qualità inferiore alle caratteristiche merceologiche dichiarate. La rete di collaborazione tra le Forze di Polizia si attiva attraverso numerose iniziative di varia natura, tutte finalizzate alla lotta al crimine alimentare di configurazione transazionale. In conclusione, possiamo ricordare che, a riprova dell’egregia opera svolta con dedizione e costanza da parte dei Carabinieri del NAS, sono state concesse diverse medaglie d’Oro sia al Comando che alla Bandiera dell’Arma.