Il controllo di gestione quale strumento di analisi per le piccole e medie imprese.
 
 
 

a cura di Luigi Troli

Il controllo di gestione quale strumento di analisi per le piccole e medie imprese


“L’imprenditore è informato se la propria azienda produce reddito o perdite? La scelta del controllo di gestione quale termometro dell’azienda”.
Può sembrare banale, ma questa è la frase ricorrente che deve far riflettere qualsiasi imprenditore e/o professionista che vive la realtà di un’azienda, sia essa di servizi, commerciale o di produzione, sulla necessità di applicare le logiche del controllo di gestione, consapevoli che l’utilizzo di questo strumento porti a risultati veramente soddisfacenti.
Oggi, il controllo di gestione è indispensabile per qualsiasi tipo di impresa; si pensi, ad esempio, all’importanza di aggiornare l’imprenditore con dei report mensili che evidenzino le peculiarità della gestione caratteristica di ciascuna azienda.
L’effetto che questi, e tantissimi altri dati, avranno sull’imprenditore sarà quello di essere emotivamente attratto; a ciò si unirà il desiderio di approfondire numerosi altri aspetti della gestione.
Fare controllo di gestione in una piccola realtà non è sempre facile, perché viene ancora visto da alcuni come un controllo di tipo ispettivo e non come un utile strumento per supportare le decisioni dell’imprenditore e per definire gli obiettivi da raggiungere.
Spesso nelle piccole/medio imprese non si realizza una formalizzata e sistematica attività di previsione.
È di fondamentale importanza pianificare gli obiettivi aziendali di medio e lungo termine e controllare che essi vengano raggiunti seguendo passi importanti:

- Controllare e seguire l’evoluzione aziendale;
- Programmare il futuro;
- Identificare eventuali distorsioni economico-finanziarie;
- Attuare azioni correttive opportune.

Seguire questo percorso ci preparerà ad affrontare un mercato sempre più concorrenziale e complesso.
Si può dire che un sistema di controllo risponde all’esigenza dell’imprenditore (il manager) di affrontare i problemi che gli derivano dalla complessità interna dell’organizzazione e dalla turbolenza esterna dell’ambiente competitivo. A queste esigenze, il sistema di controllo risponde contribuendo ad aumentare il grado di consapevolezza del manager grazie al sistema di controllo; egli deve sentirsi più pronto ad identificare le variabili su cui intervenire e, in più, informato sulle conseguenza delle decisioni che è chiamato a prendere. A questo punto è importante far chiarezza su due concetti fondamentali: pianificazione e programmazione aziendale.

Pianificazione

Nella realtà aziendale, con il processo di pianificazione si definiscono gli obiettivi generali dell’impresa e le politiche aziendali relative alle scelte di fondo che costituiscono il momento strategico della gestione.
Scelte, ad esempio, attinenti alla tecnologia produttiva, alla natura e alla tipologia di prodotti, ai mercati di sbocco, ecc., scelte che abbracciano un intervallo temporale che va dai 5 anni in su.
Le 5 fasi del processo di pianificazione possono essere così schematizzate:


ANALISI AMBIENTALE
Obiettivi generali – Politiche aziendali – Formulazione del piano

Attraverso l’analisi ambientale, si analizzano l’ambiente competitivo particolare, il mercato, e il più vasto ambiente economico sociale in cui è inserita l’azienda.
Si valuteranno, quindi, fattori come:

- Tasso di crescita della domanda
- Livello della concorrenza
- Disponibilità di materie prime
- Sistema tributario
- Potenziale innovativo dei prodotti
- Stato e rinnovamento dei processi produttivi e così via.

Attraverso l’analisi aziendale si individuano i punti di forza e di debolezza dell’impresa; in particolare, si esaminano:

- Livello qualitativo del prodotto
- Estensione della rete di distribuzione
- Livelli di formazione del personale
- Flessibilità degli impianti
- Capacità di ricerca
- Capacità di gestione dei flussi finanziari.

Il procedimento di definizione degli obiettivi generali dell’impresa è strettamente collegato alle fasi precedenti e dipende dalla meticolosità con cui sono state attuate: più particolareggiate saranno state le valutazioni effettuate nelle analisi ambientali e aziendali, maggiori saranno quantità e qualità delle informazioni per decidere gli obiettivi strategici.
Con le politiche aziendali si definiscono le linee d’azione, cioè gli indirizzi da seguire nella successiva formulazione del piano per il raggiungimento degli obiettivi generali. Con la formulazione del piano si definiscono, in dettaglio, i tempi e le modalità di ottenimento delle condizioni produttive, di mercato, finanziarie, ecc., necessarie per il raggiungimento degli obiettivi generali, in base alle politiche aziendali in precedenza stabilite.

Programmazione

Con il processo di programmazione, invece, si definiscono gli obiettivi particolari relativi al breve periodo (anno), assumendo come vincolanti gli obiettivi strategici definiti in sede di pianificazione.
Strettamente correlata alla programmazione è l’attività di controllo, intesa come verifica dei risultati conseguiti in rapporto agli obiettivi stabiliti, tanto da costituire un unitario momento gestionale che si chiama controllo di gestione.
Il controllo di gestione si realizza attraverso un sistema integrato di procedure e atti, tesi a guidare la gestione dell’azienda nella direzione indicata a livello di programma e, prima ancora, a livello di piano.
Il processo di programmazione e controllo è un’attività complessa costituita dalle seguenti fasi:

Definizione obiettivi specifici – Predeterminazione costi e ricavi
↓ →Budget – Gestione - Controllo
Formulazione degli standard