I CONFIDI O CONSORZI DI GARAZIA FIDI:
COSA SONO E QUALI VANTAGGI PRESENTANO
a cura di Mascia Mancini
I consorzi di garanzia collettiva fidi (confidi) sono soggetti che rilasciano garanzie sul credito bancario e i servizi connessi o strumentali a favore delle PMI o dei liberi professionisti, anche quelli non organizzati in ordini o collegi, in base a una novità introdotta dal maxiemendamento al collegato fiscale alla legge di Bilancio 2018.
Nati negli anni ’50 a fini mutualistici come associazioni volontarie di imprese, i Confidi hanno conosciuto un notevole sviluppo a partire dagli anni 60-70, in concomitanza col progressivo peggioramento della situazione economica e delle condizioni di accesso ai finanziamenti. Sono nati per facilitare l’accesso al credito da parte delle piccole e medie imprese: la loro attività era quella di costruire degli appositi fondi che offrivano una sorte di “rete di protezione” sui finanziamenti concessi dalle banche alle aziende aderenti al consorzio.
Con il passare degli anni, l’accesso al credito da parte delle piccole e medie imprese è stato sempre più difficoltoso, tanto da portare a un’espansione dell’attività dei consorzi di garanzia, che sono cresciuti in numero e diffusione capillare sul territorio. Il notevole proliferare di queste strutture ha indotto il legislatore a varare una normativa di riordino del sistema.
La necessità di un processo di razionalizzazione è diventata ancora più urgente alla luce delle innovazioni normative introdotte da Basilea 2 che, se da un lato hanno dato un riconoscimento formale al ruolo delle garanzie, dall’altro hanno posto vincoli molto stretti alla loro eleggibilità come strumenti di mitigazione del rischio.
Dal lato pratico, essere socio di uno dei consorzi di garanzia per una micro, piccola o media impresa, per un professionista o per una start up significa avere una “corsia facilitata” nell’accesso al credito da parte delle banche: una situazione che spesso si rivela di vitale importanza, sia che si voglia costituire una nuova azienda sia che si voglia far crescere la propria già in essere.
Tra i vantaggi offerti dai Confidi è previsto il supporto finanziario attraverso la concessione di garanzie sui finanziamenti a breve e medio-lungo termine per facilitare l’accesso al credito. L’utilizzo delle garanzie collettive dei Confidi consente di ottenere condizioni più vantaggiose, non solo in termini di tassi di interessi passivi, ma anche di oneri accessori, in virtù di specifiche convenzioni che il Confidi stipula con gli istituti di credito. I Confidi, inoltre, offrono ai loro associati un servizio di consulenza mirato a valutare le proprie esigenze finanziarie, a identificare gli strumenti bancari più appropriati per soddisfarli.
Chi controlla i Confidi?
La Banca d’Italia si occupa di vigilare sui consorzi di garanzia, nell’ambito della sua attività di vigilanza relativa agli intermediari finanziari.
Il suo compito è quello di controllare che i suddetti consorzi ripetono tutti gli obblighi che le normative che ne regolano l’attività compongono, per esempio quelli relativi al capitale sociale e sulle attività che i consorzi possono svolgere.
Attualmente, l’attività dei confidi è regolamentata dall’articolo 13 della l. n. 326/2003 e integrata con il D.Lgs. n. 141/2010, che modifica il titolo VI del Testo Unico Bancario (TUB), introducendo importanti novità sulla vigilanza e sul modello distributivo dei Confidi, con la previsione di due distinte tipologie di confidi (confidi maggiori e confidi minori) sottoposti a regimi di controllo differenziati.
Con l’approvazione delle recenti novità normative ai confidi è consentita la possibilità di prestare la propria esperienza anche per fornire servizi accessori al credito alle imprese socie, garantendo servizi più efficienti a condizioni più vantaggiose e in questo modo le imprese possono trovare un interlocutore unico che, oltre a parlare di credito, possa fornire anche consulenze finanziarie e di gestione specialistiche o consulenze nei servizi assicurativi, per la finanza agevolata, ecc.
Consorzio di garanzia: pro e contro
Aderire a un consorzio di garanzia presenta i seguenti vantaggi:
l’azienda avrà un accesso facilitato al credito, sempre rivolgendosi alle banche convenzionate con il consorzio;
i tassi di interesse di credito saranno più bassi rispetto a quelli di norma praticati dalle banche;
gli associati avranno un servizio di consulenza mirato a scegliere le migliori fonti di finanziamento in linea con le esigenze e il fabbisogno finanziario dell’impresa: un valore aggiunto che potrebbe essere molto utile all’impresa.
Gli svantaggi, invece, sono:
i costi. Il consorzio, nella sua attività, affronta una serie di spese, cui l’associato ha l’obbligo di contribuire; inoltre, il confidi presta la sua garanzia nell’operazione di credito che deve essere remunerata.
Gli oneri possono variare da consorzio a consorzio, ma i costi fissi sono sempre composti da:
una quota associativa;
una quota per il fondo gestioni (è un fondo destinato alla funzionalità gestionale del consorzio);
una quota destinata al fondo rischi (viene costituito presso ogni banca convenzionata per garantire le operazioni di credito effettuate dalla banca. Tale fondo è nella disponibilità del consorzio e rappresenta la quota di accantonamento per il rilascio di ulteriori garanzie).
Dato che un consorzio ha una convenzione con diversi istituti di credito, ma non con tutti, non potrà prestare garanzia presso una banca diversa da quelle convenzionate.
Come si richiede la garanzia dei Confidi?
Pur variando le procedure previste da ciascun Confidi, per poter accedere alle garanzie è necessario presentare una apposita richiesta al Confidi prescelto. Il Confidi svolgerà una propria istruttoria per valutare il merito del credito dell’azienda, le prospettive di crescita e la capacità di onorare il debito da contrarre con la banca. Nella fase istruttoria può essere richiesto, a seconda dei Confidi, il pagamento di spese forfetarie di segreteria.
Una volta conclusa e approvata l’istruttoria, la pratica viene avviata alla banca dove l’impresa intende richiedere il finanziamento.
Talvolta, può capitare che l’istruttoria del Confidi sia parallela o successiva all’istruttoria svolta dalla banca in relazione alla richiesta di fido avanzata dall’impresa. I tempi necessari per l’avvio della pratica e la concessione del fido possono variare in base ai tempi tecnici o alle modalità concordate tra banca e Confidi.
Come scegliere il confidi giusto?
Nel sito di Banca Italia c’è un elenco dettagliato, ma il consiglio è sempre quello di non affidarsi al caso, ma di scegliere in basa all’esperienza propria e/o di altri, alla fama del Confidi sul territorio, l’anzianità del Confidi, la professionalità e la chiarezza con cui vengono presentati i servizi sul sito del Confidi e di persona.
Cosa succede in caso di insolvenza dell’impresa?
Nel caso in cui l’impresa non sia in grado di onorare il debito contratto con la banca e ne venga dichiarato il default, scatta la procedura di recupero del credito.
Il Confidi può:
- intervenire subito (a prima richiesta) e versare alla banca la quota di garanzia concordata sul capitale non recuperato. In questo caso, il Confidi si sostituisce nel pagamento all’impresa e diventa esso stesso creditore nei confronti di quest’ultima;
accantonare la quota garantita su un apposito conto pegno presso la banca, in attesa che siano state espletate le procedure di recupero da parte della banca. In questo caso, il Confidi non diventa creditore verso l’impresa;
- non fare alcun versamento a favore della banca ma attendere fino alla conclusione della procedura di recupero. In questo caso, noto come garanzia sussidiaria, il Confidi può decidere quando intervenire con il proprio versamento.